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CASCINA CLARABELLA TRUFFATA. E SUL WEB SCATTA LA SOLIDARIETA’

CASCINA CLARABELLA TRUFFATA. E SUL WEB SCATTA LA SOLIDARIETA’

La presidente della cooperativa: non tutti cedono ai pregiudizi. Sappiamo di non essere soli e questo ci ripaga dell’amarezza per il danno subito

Categorie: Dalle Cooperative

Tags: cooperazione sociale,   Cascina Clarabella,   Franciacorta

Truffa da 12 mila euro per Cascina Clarabella, cooperativa sociale agricola del bresciano impegnata da 15 anni nell'inserimento lavorativo di persone con disagio psichico. Il raggiro risale a due settimane fa, quando una coppia di distinti signori si è presentata nella struttura interessata all'acquisto di 1200 bottiglie di vino. Dopo il ritiro in loco concordato per il sabato, la doccia fredda alcuni giorni dopo: impossibile riscuotere, l'assegno circolare è falso. La banca non può pagare.

Lo sfogo su Facebook

È un attimo. La delusione diventa un post con tanto di collage di foto, a corredo, di chi quel vino se l’era sudato: "Dedicato alla persona che si è portata via centinaia di bottiglie di Franciacorta bio Clarabella pagando con un assegno falso: quello che hai rubato - si legge sulla pagina Facebook della Cascina  - non è solo vino, ma è il frutto dell'impegno di decine di persone che trovano nel lavoro in cooperativa una ragione di vita. Sappi che non sei riuscito a rubarci né la dignità né l'onestà...un delinquente come te non potrà mai averle".

Il post diventa virale

Potere del web, lo sfogo diventa virale. Piovono le visualizzazioni (oltre 23 mila, e continuano a crescere) che seguono la valanga di commenti indignati per la vigliaccheria del gesto. E con la rete che si scatena a mobilitarsi è anche il tam tam mediatico, con tv e giornali che riprendono l’accaduto. In poche ore la cooperativa è sommersa di telefonate e mail per chiedere come aiutare o acquistare il vino in segno di solidarietà.

La cooperativa: "non chiediamo regali o donazioni"

“Questa brutta vicenda – ci spiega Sara Vigani, presidente di Cascina Clarabella - ci ha dimostrato che per fortuna in tutti questi anni di attività ci siamo costruiti un’immagine solida di onestà e di impegno, e che non tutti cedono ai pregiudizi nei confronti della cooperazione sociale, anzi ne condividono le finalità e sono pronti a scendere in campo quando ce n’è bisogno. Sappiamo di non essere soli e questo ci ripaga dell’amarezza per il danno subito”.

E ai tanti che si sono fatti avanti risponde: “Noi viviamo del nostro lavoro, non chiediamo regali o donazioni, ma solo di acquistare il nostro vino, mangiare nel nostro ristorante o soggiornare nel nostro agriturismo per permetterci di recuperare piano piano la perdita”.

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