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LATTE, LA LATTERIA VALTELLINA LANCIA LA FILIERA DI MONTAGNA

LATTE, LA LATTERIA VALTELLINA LANCIA LA FILIERA DI MONTAGNA

Presenti l'assessore regionale Fava e il presidente di Confcooperative Lombardia 

Categorie: Dalle Cooperative

Tags: cooperazione,   latte,   montagna,   Valtellina,   filiera di montagna

Tracciabilità ad alta quota. Dalla mungitura alla raccolta del latte, fino all’arrivo al caseificio per lavorazione, la Latteria Sociale Valtellina si apre al futuro e inaugura la filiera di montagna. Un rigido sistema di controllo che punta a garantire ai consumatori un "latte puro, buono e genuino da animali sani e sereni". Come? Primo l'alimentazione, con il 60% del foraggio che deve provenire da aree montane per valorizzarne aroma e sapore. Secondo, il "benessere" delle vacche, con spazi adeguati per consentire il movimento e il relax degli animali, mungiture regolari,  e cure per prevenire le malattie. Tutto a prova di disciplinare CReNBa (un complesso sistema di valutazione messo  a punto dal Centro di Referenza Nazionale per il Benessere Animale). A deciderlo il nuovo regolamento di conferimento approvato dalla cooperativa, che ha inoltre inserito nel nuovo protocollo, prima realtà in Lombardia, gli obblighi che le stalle dovranno rispettare per mettersi in linea con i requisiti europei certificati per la produzione di latte e formaggio di montagna. Obiettivo che la coop vuole centrare entro i prossimi 12 mesi.   

La Latteria Sociale Valtellina, la più importante realtà lattiero-casearia della provincia di Sondrio, con le 113 aziende conferenti, i 112 dipendenti, i 34 milioni di litri di latte lavorato e un fatturato che sfiora i 30 milioni di euro, punta a nuove regole, qualità e sostenibilità. per allinearsi con le richieste del mercato. "Lo fa attraverso una nuova modalità di conferimento del latte da un lato e di comportamenti aziendali dall'altro, che vanno nella direzione di incontrare le richieste di un pubblico sempre più esigente, che chiede qualità, certificazione della provenienza della materie prime e la garanzia che gli animali siano trattati in modo adeguato. Tutto quello che oggi il mondo chiede e vuole che venga declinato in modo intelligente da un territorio che ha compreso le evoluzioni del mercato a cui sta cercando di andare incontro", ha spiegato l'assessore regionale all'Agricoltura Gianni Fava, intervenendo alla presentazione. 

Gli impegni assunti dagli allevatori di Valtellina, Valchiavenna, Alto Lario e Triangolo Lariano nel nuovo regolamento si riassumono in tre capisaldi: allevamento sostenibile, specificità montana, prodotti di qualità garantita, a loro volta declinati in azioni da promuovere. Un percorso virtuoso che nessun’altra realtà lattiero-casearia in Lombardia ha intrapreso, un patto tra allevatori e consumatori sotto la bandiera della qualità.

Una nuova sfida, dopo aver chiuso in maniera positiva un anno, il 2016, mai cosi' negativo per il settore lattiero-caseario . Il latte raccolto, pari a 34 milioni di litri, e' stato trasformato ottenendo quasi tremila tonnellate di formaggi, duemila delle quali prodotte nel caseificio di Delebio, mentre 3628 tonnellate sono state destinate al latte alimentare, e 139 alla panna fresca. "La crisi ha colpito tutti - ha concluso il Presidente di Confcooperative Lombardia Massimo Minelli - ma le cooperative hanno tenuto bene, nonostante le difficoltà. Adesso bisogna guardare avanti e alle nuove occasioni che saremo in grado di cogliere. Milano è una metropoli in crescita, una grande opportunità per la Lombardia. Dobbiamo pensarci in un percorso sempre più internazionale".